Nell’ottica di rispondere alle nuove esigenze di accessibilità, i widget si presentano alle aziende come soluzione pratica ed immediata. Ma cosa dicono le autorità a riguardo, quali sono i benefici reali e quali i limiti? E, più in generale, come possiamo costruire una strategia che guidi un’ottimizzazione a 360° dei siti web?
In un’epoca in cui l’accessibilità web – intesa come inclusività, usabilità e rispetto delle normative – diviene centrale, la possibilità di conformare un sito attraverso una semplice riga di codice appare, agli occhi di molti, una rapida scorciatoia. Se sia realmente efficace però, ce lo spiegano le autorità di riferimento.
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Il panorama normativo italiano
Nel 2020 la Legge Stanca (4/2004) che regola l’accessibilità web in Italia, è stata aggiornata per estendere l’obbligo, non più solamente agli enti pubblici, ma anche alle aziende private con fatturato superiore a 500 milioni di euro. Da qui, l’esigenza di adeguarsi in tempi brevi trovando, possibilmente, soluzioni semplici: i widget di accessibilità trovano il loro spazio.
Su di essi l’AGID – Agenzia per l’Italia Digitale, incaricata di fornire le linee guida tecniche per l’implementazione dell’accessibilità – ha espresso il proprio punto di vista:
“Ancora non risultano sviluppate funzionalità automatizzate in grado di rilevare tutte le problematiche di accessibilità presenti in un sito web; i rischi di fallimento nella correzione automatica di tutte le problematiche di accessibilità sono elevati”
In particolare, chiarisce che l’applicazione di overlay non è garanzia di un sito web legalmente conforme ed asserisce che la bonifica dovrebbe coinvolgere l’intervento umano per una parte significativa dei problemi.
La prospettiva europea
Anche la Commissione Europea, attraverso la sua Direzione Generale per la Comunicazione, ha analizzato la questione concludendo che:
L’idea, in sostanza, è di passare da un mero elenco di link a un “motore di risposte”, in cui l’utente vede subito riuniti i concetti fondamentali, senza dover aprire molteplici pagine o articoli. Tuttavia, in caso di query più complesse o specialistiche, Google continua a offrire link di approfondimento, così che l’utente possa verificare la fondatezza dei dati, leggere studi più dettagliati o informarsi presso fonti autorevoli.
“Claims that a website can be made fully compliant without manual intervention are not realistic, since no automated tool can cover all the WCAG 2.1 level A and AA criteria“
Tradotto: le affermazioni secondo cui un sito web può essere reso pienamente conforme senza un intervento manuale non sono realistiche. Proprio come affermato da AGID.
La commissione ha inoltre notato che alcuni strumenti di overlay sono stati segnalati per aver interferito con le tecnologie assistive utilizzate da persone con disabilità, rendendole impossibile approvare qualsiasi strumento o prodotto che rientri nelle categorie degli overlay o dei widget.
La voce delle organizzazioni per i diritti delle persone con disabilità
Sulla questione, sono intervenute anche l’European Disability Forum e l’International Association of Accessibility Professionals con una dichiarazione congiunta che evidenzia un punto fondamentale:
“Overlays do not make the website accessible or compliant with European accessibility legislation. They do not constitute an acceptable alternative or a substitute for fixing the website itself“
In altre parole, affinchè un sito sia realmente accessibile, un overlay non può sostituire una profonda e completa revisione dello stesso.
Riconoscendo, tuttavia, che l’innovazione dovrebbe essere incoraggiata, hanno suggerito cautela e, nel caso specifico, un diretto coinvolgimento di esperti di accessibilità digitale, individui con disabilità ed organizzazioni di riferimento.
L’esperienza pratica: il caso accessiBe
Se la panoramica esposta fin qui fornisce un quadro chiaro sulle opinioni più autorevoli in merito ai widget, il caso di accessiBe non fa che confermare le criticità sollevate. A gennaio 2025, la Federal Trade Commission americana ha multato la compagnia tech per 1 milione di dollari, dopo aver appurato che:
“Despite the company’s claims, accessWidget did not make all user websites WCAG-compliant and these claims were therefore false, misleading, or unsubstantiated”
In poche parole: gli automatismi che promettevano conformità al WCAG – Web Content Accessibility Guidelines – si sono rivelati una promessa falsa e persino fuorviante. Questo caso è dunque emblematico di un marketing che evade la realtà tecnica dando origine a problematiche quali la mancanza o l’imprecisione di testi alternativi, la mancanza di messa a fuoco, l’insorgenza di trappole da tastiera o ancora l’errato utilizzo dei livelli di intestazione.
Le limitazioni tecniche documentate
Ne dobbiamo dedurre che le automazioni in ottica di accessibilità sono inutili? Non proprio. La ricerca nel settore indica che gli strumenti automatizzati possono rilevare circa il 30% dei problemi WCAG, costituendo dunque una soluzione parziale al problema. Per il 70% degli errori resta ancora necessaria la valutazione umana.
Da considerare comunque che, come evidenziano gli esperti, alcune funzionalità degli overlay “are copying built-in mainstream features that already exist in today’s browsers and operating systems“: offrono cioè soluzioni che in realtà sono già presenti da tempo nei browser web o nei sistemi operativi. Ciò solleva, ovviamente, ulteriori domande sulla loro effettiva utilità aggiuntiva.
Un approccio equilibrato all’accessibilità
Date queste considerazioni, qual è allora la miglior strategia per ottimizzare l’accessibilità di un sito web? Le automazioni possono farne parte? Ecco che, ponendoci le giuste domande, le strade che si aprono possono essere diverse. Vediamole insieme.
Accessibilità nativa
La prima soluzione potrebbe vedere implementata l’accessibilità direttamente all’interno del codice durante lo sviluppo, seguendo i principi “born accessible“.
Testing ibrido
Un approccio alternativo potrebbe vedere la combinazione di strumenti automatizzati (per quel 30% rilevabile) con testing manuale professionale (per il restante 70%).
Coinvolgimento degli utenti
Al fine di testare l’accessibilità, una svolta si potrebbe ottenere con il coinvolgimento – proprio in fase di test – degli individui destinatari delle tecnologie assistive.
Formazione del team
Infine, considerare la formazione e la sensibilizzazione di sviluppatori e designer in ambito di accessibilità come necessaria al fine di un’ottimizzazione efficace e profonda, costituirebbe sicuramente un punto di forza nel rispondere alle reali esigenze degli utenti con disabilità.
L’European Accessibility Act e il futuro
Se guardiamo al contesto europeo, una strategia integrata è resa ancora più urgente dall’ European Accessibility Act che, entrato in vigore il 28 giugno 2025, stabilisce l’obbligo per le aziende di conformarsi allo standard EN 301 549 che richiede una conformità dimostrabile e non solo dichiarata.
Verso una strategia sostenibile
Ne deriva che la chiave, per le aziende che valutano le opzioni di accessibilità, sta nel comprendere che:
- I widget possono offrire alcuni miglioramenti rapidi, ma hanno limitazioni significative
- La conformità normativa richiede un approccio più comprensivo
- L’investimento in accessibilità nativa porta benefici a lungo termine
- Il coinvolgimento di esperti può accelerare il processo e ridurre i rischi
In sintesi, l’accessibilità web è un campo in continua evoluzione dove le soluzioni “one-size-fits-all” spesso si scontrano con la complessità delle esigenze reali. Le evidenze suggeriscono che, mentre i widget possono costituire un punto di partenza, una strategia di accessibilità robusta richiede un approccio più articolato.
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