AI Overview di Google arriva in Italia: cosa cambia nella ricerca online?

AI Overview di Google arriva in Italia: cosa cambia nella ricerca online?

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Introdotta inizialmente negli Stati Uniti nel maggio del 2023 come parte della cosiddetta “Search Generative Experience” (SGE), AI Overview ha gradualmente raggiunto altri Paesi nel corso dei due anni successivi. A fine marzo 2025 arriva in Italia, segnando un momento di svolta per le ricerche online: anziché limitarsi a fornire un elenco di link, Google inizia a generare brevi sintetiche risposte, capaci di far risparmiare tempo all’utente e offrire un quadro più immediato su vari argomenti.

Se vuoi rimanere competitivo e non perdere terreno, possiamo aiutarti a sfruttare il meglio dell’AI .

Come si presenta AI Overview nelle ricerche

 

Provando a fare una ricerca su Google,  il primo risultato visibile è spesso uno specchietto informativo generato dall’Intelligenza Artificiale. Questo riquadro riassume i punti chiave attingendo a diverse fonti online.

Schermata dei risultati di ricerca su come migliorare la presenza online di un'azienda, con suggerimenti su creazione di siti web professionali, attività sui social media, collaborazione con influencer, SEO locale, email marketing e content marketing.

Facendo una ricerca del tipo “come migliorare la presenza online” – vediamo subito un elenco di consigli e strategie (creare un sito web professionale, essere presenti sui social media, fare email marketing, ecc.), più un secondo elenco che approfondisce la questione (definire obiettivi SMART, pianificare i social, monitorare i risultati, ecc.).
Sulla sinistra, Google visualizza l’estratto testuale sintetizzato, mentre sulla destra (o appena sotto, a seconda del dispositivo) troviamo i link alle fonti originarie, per chi desidera verificare o approfondire. In questo modo, l’utente può raccogliere suggerimenti in pochi secondi e decidere se aprire altre pagine per saperne di più.

Google non risponde a tutte le richieste con AI Overview. Per il momento questo avviene soprattutto nel caso in cui l’utente chieda informazioni (quello che in gergo tecnico viene definito come “Query informazionale”).

Nell’ambito della ricerca online, si definiscono “query informazionali” quelle ricerche in cui l’utente cerca di ottenere informazioni, risposte o spiegazioni specifiche. Ad esempio, “come migliorare la presenza online”, “quali sono i migliori esercizi per la schiena” o “come si prepara la carbonara”. In questi casi, l’obiettivo principale non è acquistare un prodotto o raggiungere un sito preciso, bensì soddisfare un bisogno di conoscenza.

Come funziona AI Overview in pratica

A livello pratico, AI Overview si basa su modelli linguistici avanzati (Large Language Models), addestrati per “leggere” e “comprendere” una grande varietà di contenuti online. Nel momento in cui un utente formula una query articolata – spesso una frase domanda con più parole chiave – l’algoritmo elabora un estratto testuale che combina le informazioni ritenute più pertinenti.

L’idea, in sostanza, è di passare da un mero elenco di link a un “motore di risposte”, in cui l’utente vede subito riuniti i concetti fondamentali, senza dover aprire molteplici pagine o articoli. Tuttavia, in caso di query più complesse o specialistiche, Google continua a offrire link di approfondimento, così che l’utente possa verificare la fondatezza dei dati, leggere studi più dettagliati o informarsi presso fonti autorevoli.

Cosa può comportare l’arrivo di AI Overview

Con AI Overview, Google mette in evidenza un breve riepilogo che sintetizza le informazioni ritenute più utili. Questa modalità di risposta può apportare:

  • Immediatezza per gli utenti: chi cerca una risposta la ottiene subito, con meno passaggi.

 

  • Spazio limitato per i risultati tradizionali: tanto la SEO quanto le Ads vedranno ridotta la loro “finestra di visibilità” in cima alla pagina.

 

  • Riduzione del traffico per alcuni siti : se la risposta fornita dall’IA in AI Overview risulta già esaustiva, l’utente potrebbe non cliccare sui link proposti (organici o a pagamento). Di conseguenza, è plausibile che alcuni siti notino un calo di traffico lato SEO o di clic sugli annunci SEA

Tutto ciò non deve necessariamente essere interpretato come un calo effettivo di lead o conversioni.

Nel nuovo modello di ricerca, infatti, i contatti o le vendite generate tramite Google potrebbero scaturire anche da interazioni diverse, in cui l’utente riceve indicazioni preliminari dall’IA e poi, in un secondo momento o con query successive, sceglie di approfondire. Pertanto, sarà necessario rivedere e ampliare le metriche di analisi, tenendo conto che la generazione di lead e conversioni potrà verificarsi in modalità meno lineare rispetto al classico percorso “ricerca → clic → conversione”.

In questo panorama, la qualità e la pertinenza dei contenuti diventano fondamentali: i testi in grado di rispondere in modo puntuale alle query hanno più probabilità di essere scelti dall’IA e integrati nel riassunto iniziale.

Generative Engine Optimization (GEO) come naturale evoluzione della SEO

L’avvento di AI Overview non sostituisce la SEO tradizionale, bensì ne rappresenta una naturale integrazione, portando con sé nuove sfide e opportunità. In questo senso, molti iniziano a parlare di Generative Engine Optimization (GEO) come di una “estensione evolutiva” della SEO, dove l’obiettivo non è più soltanto il posizionamento tra i risultati organici, ma anche l’inclusione nelle risposte generate dall’IA.

Da tempo, noi a BlueFactor stiamo sperimentando nuove tecniche, molto prima che AI Overview facesse il suo ingresso ufficiale in Italia. Nel corso delle nostre ricerche, abbiamo individuato alcuni principi chiave per ottimizzare i contenuti in ottica generativa:

  • Continuità con la SEO tradizionale
    La maggior parte delle best practice SEO (keyword research, ottimizzazione on-page, qualità dei contenuti, link building di valore) continua a essere rilevante.
  • Aderenza ai concetti E-E-A-T
    Gli elementi di Experience, Expertise, Authoritativeness e Trustworthiness rimangono fondamentali. Tuttavia, è cruciale citare fonti autorevoli in modo simile a come si fa in un elaborato accademico, riportando passaggi o dati rilevanti, non solo con un classico link esterno ma anche con riferimenti diretti e precisi.
  • Testi “scomponibili”
    I contenuti devono rispondere in modo esplicito alle possibili domande degli utenti, così che l’IA possa estrapolare porzioni mirate del testo e includerle nelle sue sintesi. Strutturare gli articoli in paragrafi ben definiti, con domande e risposte, facilita questa “ricombinazione” delle informazioni.
  • Monitoraggio in evoluzione
    A oggi, non esistono strumenti ufficiali e universalmente riconosciuti per tracciare il “posizionamento” all’interno dei riassunti generativi. Metodologie consolidate come CTR e rank tracking potrebbero non restituire più una visione completa. Google sta sperimentando soluzioni come AI Overview Impact Analysis”, ma occorre tempo prima che diventino standard affidabili.

 


Le metriche classiche (clic, impressioni, posizione media) restano utili, ma potrebbero non riflettere interamente la visibilità guadagnata o persa a causa dei riassunti generati dall’IA.

Man mano che Google si trasforma in un vero “motore di risposte”, sarà sempre più importante creare contenuti di qualità, orientati a un pubblico reale, strutturati in modo da essere “letti” e riutilizzati in maniera dinamica dall’algoritmo di generazione. Chi saprà adattarsi per tempo, coglierà nuove occasioni di visibilità e autorevolezza in un panorama digitale destinato a evolvere con rapidità.

Noi stiamo lavorando per adattarci! E tu?

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